“Se solo avessi holdato questo trade un po’ più a lungo…”
-Trader Wojak
Quante volte noi trader di tutte le skill ed età, ci siamo ritrovati a pensare -financo ad esclamare- frasi simili, rimpiazzando la sensazione di felicità derivante da una presa di profitto con un profondo senso di rammarico, nato dall’impressione di aver perso il treno della vita; quella sola ed unica opportunità che possa cambiare radicalmente l’esistenza nell’arco di qualche candela Daily su grafico.
Troppe volte, è la risposta.
Questo articolo tratterà il perché, delineando quali siano i tratti principali che distinguono l’attività di trading da quella di investing; ricordandoci, infine, le ragioni per cui noi trader scegliamo -talvolta- di accontentarci di una manciata di tick di profitto su estensioni di prezzo potenzialmente più profittevoli.
L’investitore
Un investitore è un partecipante del mercato che ragiona con un’ottica a lungo termine. Le oscillazioni intra-day del prezzo non costituiscono un dato rilevante per lui/lei.
Un investitore è alla ricerca di un “discount” o un “premium” su scala settimanale e pone i fondamentali che reggono la PA dell’asset interessato in una posizione di maggiore rilievo rispetto all’analisi tecnica e statistica.
In breve, il suo modus operandi è quello di piazzare grossi ordini a prezzi in evidente discount o premium (a seconda del bias direzionale) per costruire posizioni che verranno holdate nel tempo, puntando ad un ROI di lungo termine, non necessariamente pianificato in anticipo.
Fino a quando i fattori fondamentali che giustificano il mantenimento della posizione sono validi, la posizione rimane attiva.
Gli investitori, se visti dalla prospettiva dell’AMT, possono essere collocati tra gli “other-timeframe” market participants. Ma non tutti coloro che sono identificabili in questo insieme di partecipanti del mercato sono a loro volta investitori. Infatti anche alcune tipologie di trader si possono contare tra i partecipanti del mercato a lungo termine, dando per scontato che si definisca “long-term” come tutto ciò che si collochi al di fuori dell’operatività giornaliera.
Il Trader
Il trader, al contrario dell’investitore, mette l’analisi tecnica e statistica prima dell’analisi dei fondamentali. Un trader è prima di tutto un soggetto alla ricerca di un edge statistico che gli consenta di trarre profitto dalle rotazioni o dagli impulsi della PA.
Tra i trader è possibile definire delle diverse categorie, che si poggiano sulle basi delineate dall’AMT, già introdotte in questo articolo nel trafiletto dedicato agli “other time-frame participants” ed ai “day-time frame participants“. Vediamole brevemente:
Scalper
Operano nel presente: aprono e chiudono posizioni con alta frequenza sfruttando le anomalie visibili nell’order-flow.
Non è raro vederli operare su timeframe da un minuto o inferiori.
Range chart, tick chart; qualunque strumento che possa delineare rotazioni chiare a supporto della lettura dell’order-flow sul DOM è il loro terreno di gioco.
Spesso la loro operatività si interseca con quella dei “quant”, detti anche trader algoritmici.
La chiave di questa tipologia di operatività sta nell’azione immediata nel momento in cui si percepisce un segnale, per poi chiudere la posizione se non si ha un follow-through immediato, o se si evince un segnale contrario.
Day trader
Questa categoria di trader fa parte dell’insieme dei partecipanti di tipo “day-time frame”, analogamente agli scalpers. Essi tendono a non portare le loro posizioni overnight. I loro setup operativi sono spesso delineati da una combinazione tra analisi tecnica/volumetrica ed order-flow. Ciò che li separa dagli scalper è la frequenza con cui essi operano.
L’edge statistico di questa categoria di trader sta nella comprensione di quale tipo di partecipante del mercato sia in controllo nel corso della sessione RTH (balance vs imbalance) e nello sfruttamento di pochi setup operativi nel corso della giornata in relazione a rotazioni di livello più alto rispetto a quelle sfruttate ad alta frequenza dagli scalpers.
Se uno scalper non di rado può chiudere la sessione con più di 20 eseguiti, una giornata molto attiva per un day trader mostra tra i 3 ed i 5 eseguiti. Non di rado essi non prendono posizione se le condizioni del mercato non mostrano alcun setup operativo, in un contesto non adatto per il loro modus operandi.
Intra-week trader
Ecco la prima categoria di trader facente parte del cosiddetto “other time-frame participants”. Essi non temono l’overnight ed uniscono setup operativi basati sull’analisi tecnica e/o dei volumi -retti da un edge statistico– all’analisi dei fondamentali.
Il fattore tecnico/statistico tende ad essere più rilevante rispetto all’analisi dei fondamentali per questa tipologia di trader, sebbene quest’ultima sia necessaria per giustificare concettualmente il decision making quando il prezzo si trova in un’area di “premium” o “discount”.
Gli intra-week trader tendono a sfruttare maggiormente le condizioni di mercato sbilanciate, proprio per il fatto che siano alla ricerca di un bias direzionale, retto da news ed altri fattori facenti parte dell’analisi dei fondamentali.
L’analisi dell’order-flow è di importanza secondaria, sebbene alcuni intra-week trader la usino per studiare ingressi più mirati, sempre nell’ottica dello sfruttamento di un macro trend multi-giornaliero.
Swing trader
Lo swing trader rappresenta la seconda categoria di partecipanti (non investor) facente parte dell’ “other time-frame” ed è molto simile all’investitore per quanto riguarda la durata dell’apertura delle proprie posizioni. Tuttavia, ha più aspetti in comune con un intra-week trader, per via del fatto che il decision making dietro all’apertura di una posizione sia un mix perfettamente bilanciato tra analisi tecnica/statistica ed analisi dei fondamentali.
L’intento dello swing trader è quello di aprire una posizione ad un prezzo vantaggioso, sfruttando un potenziale catalizzatore delineato dall’analisi dei fondamentali per un multi-week/month trend. Il bias direzionale è determinato dall’analisi dei fondamentali, mentre l’ingresso a mercato è spesso legato ad un setup operativo standardizzato e retto un edge statistico.
Disciplina e statistica
Il filo comune che lega ogni tipo di trader è la confidenza nei propri setup operativi.
Un setup è solitamente retto da un edge statistico cui, tra i diversi fattori, considera anche il time-frame di riferimento.
Perdere la testa per il fatto che se si fosse gestito un daytrade come ingresso per una posizione swing multi-week, questo avrebbe fruttato molto di più, è nulla di più oltre ad una reazione emotiva che accende diversi campanelli di allarme:
- Scarsa consapevolezza del proprio edge statistico, o eventuale assenza;
- Assenza di un vero piano di trading;
- Problemi relativi al position sizing;
- Fattori emotivi dovuti al capitale disponibile e relative frustrazioni.
‘<<Mike, hai mai paura di comprare davanti ad un supporto per via del fatto che lo stock possa crollare ulteriormente?>> mi domandò un trader novizio durante un Tradecast.
La mia risposta? <<No.>>
Se compro lo stock davanti al supporto e questo continua a crollare, esco dalla posizione e prendo il loss. Dando per scontato che avessi buone ragioni per farlo e che abbia seguito le mie regole, questo conta ancora come un buon trade. Prendendo in prestito un’espressione da Ragin’ Cajun James Carville “è il processo… stupido”. ‘
Mike Bellafiore (SMB Capital) – One Good Trade
Il focus di ogni tipo di trader è sul processo, non sull’outcome del singolo trade. Non esiste trader professionista che sia long o short a sensazione, senza alcuna tecnica di management attivo della posizione. Non esiste gestione attiva senza un processo e non esiste un processo senza un insieme di regole precise da seguire.
““Se solo avessi holdato questo trade un po’ più a lungo… non avrei seguito il mio piano, mettendo in discussione il mio edge statistico che mi consente in modo oggettivo di essere profittevole nel corso del tempo.”
-Trader Chad
TLDR
- Trading ed Investing sono operatività radicalmente diverse: la prima basa l’apertura della posizione su setup operativi meccanici, dando ai fondamentali un ruolo secondario ed introducendo un ruleset per la gestione attiva della posizione. La seconda invece basa l’apertura di una posizione prevalentemente sull’analisi dei fondamentali, senza dare molta rilevanza agli aspetti tecnici legati alle rotazioni minori del prezzo.
- I Trader sono possono fare parte di entrambi gli insiemi classici relativi ai partecipanti del mercato: other-time frame e day time-frame.
- Gli investitori sono esclusivamente parte dell’other-time frame.
- Gli scalper sono trader facenti parte del day time-frame. Operano ad alta frequenza (10+ posizioni al giorno) e basano i propri setup operativi sulle dinamiche di order-flow.
- I day-trader fanno parte del day time-frame. Operano con una frequenza più bassa rispetto agli scalper (2-5 trade al giorno), cercando di sfruttare le rotazioni principali del prezzo.
- Gli intra-week trader sono partecipanti dell’other-time frame. Essi mischiano analisi tecnica, analisi dei fondamentali ed esecuzione meccanica per cercare di trarre profitto dalle fasi sbilanciate del mercato su orizzonte intra-settimanale, sfruttando dei bias narrativi.
- Gli swing trader sono simili agli intra-week trader in termini di operatività, ma estendono il proprio orizzonte oltre al piano settimanale.
- Mettere in dubbio la propria esecuzione senza una reale motivazione derivata da un’analisi statistica è controproducente per ogni tipo di trader, essendo la loro operatività basata su un edge statistico che prende in considerazione il time-frame su cui essi operano.